mercoledì 30 luglio 2008

Pesce finto


Veramente in casa mia questa ricetta viene chiamata pasticcio di tonno, ma pesce finto è una definizione più scenografica, diaciamo da... anni '80? Ma sì, credo che usasse parecchio questo antipasto in quegli anni! E con questo piatto partecipo alla raccolta di ricette "quando erano gli anni '80" indetta da Salsadisapa! Ho scovato un assurdo stampo a forma di pesce molto kitsch, non so quante altre volte potrà tornarmi utile... Ma questo pasticcio di tonno-pesce finto che dir si voglia, è ad oggi un piatto che in famiglia è sempre molto richiesto, l'unica variante è che viene più sobriamente presentato in una ciotola senza tanti fronzoli.
Ingredienti:
300 g di tonno sott'olio
3 patate medie-grandi
una manciata di capperi sotto sale
un uovo e un tuorlo
olio d'oliva
succo di limone
sale
Lessare le patate e poi passarle ancora calde. Frullare il tonno con i capperi dissalati fino a che non si ottiene un composto finissimo. In una ciotola mescolare questo composto insieme alla purea di patate. Regolare di sale (attenti perchè i capperi danno già sapore). Preparare nel bicchiere del frullatore una maionese con l'uovo, il tuorlo, olio d'oliva quanto basta per avere una crema densa, sale e un poco di succo di limone. Aggiungere circa un terzo della maionese al composto precedentemente preparato ed amalgamare bene. Foderare uno stampo a forma di pesce con pellicola trasparente, versarvi il composto e premere bene in modo che aderisca compatto alla forma. Mettere in frigo. Prima di servire capovolgere il "pesce" su un piatto da portata, coprire con maionese e decorarlo a piacimento con capperi, carotine, uova sode...

lunedì 28 luglio 2008

Zuppa di pesce

Continua la saga del pesce comprato dal piccolo peschereccio! L'altro giorno volevo fare la zuppa di pesce come si usa nella mia famiglia, ossia come l'ha sempre preparata mio papà. Stavolta lui avrebbe solo supervisionato il lavoro, mentre io avrei fatto il tutto. E così è stato.

Fase uno: al porto dalle solite due barchette... un'occhiata ai pesci nelle cassette... "ecco dei pesci di scoglio per la mia zuppa, oh! ma che fanno, saltano via?" "Per la zuppa?" dice il pescatore attento al mio bisbiglio, "ho scorfani, gallinelle, prete, tracina..."
Fase due: in auto fino a casa... Ma non potevano già essere morti questi dannati pesci? Mi devono far sentire una torturatrice che mentre io guido loro si dibattono chiusi dentro un sacchetto? Ciaf ciaf! So bene di essere visionaria, ma in quel momento non mi sarei stupita se uno scorfano fosse saltato fuori e mi avesse addentato un braccio per punirmi...

Fase tre: pulitura... oh, oh, risparmio i dettagli... per lo meno molti di questi pesci non hanno bisogno di essere squamati. Un occhio di riguardo alla tracina poi, se pungersi con questo pesce non rientra nelle vostre ebbrezze da provare.

Fase quattro: ...non c'entra niente con la ricetta, sono andata a farmi un bagno al mare per ricaricarmi di energie per la

Fase cinque: In un pentolone grande grande mettere olio extra vergine di oliva, una cipolla a fette, uno spicchio d'aglio, una carota e un gambo di sedano a pezzetti, far soffriggere leggermente qualche minuto poi aggiungere i pesci, incoperchiare e far cuocere delicatamente per circa 15 minuti. Passato questo tempo aggiungere un pomodoro a pezzi, acqua bollente quanto basta a coprire i pesci e due cucchiai di farina precedentemente tostata in un pentolino. Regolare di sale e pepe, incoperchiare e lasciar cuocere lentamente per 45 minuti.

Fase sei: il pesce è cotto, bene il gioco è fatto, qualcuno dirà, e invece il "male" deve ancora arrivare! Togliere dai pesci solo le lische grosse o le spine evidenti e poi, armandosi di santa pazienza e di un robusto passaverdure, passare al setaccio tutto il contenuto del pentolone. Per questo lavoro ho impiegato non meno di un'ora e mezza, perchè non è semplice passare i pesci, nonostante dopo la cottura siano mezzi disfatti.

Fase sette: La zuppa è pronta! Si controlla il sale, volendo si può aggiungere un pizzichino di peperoncino, si scalda e poi si impiatta, accompagnandola con crostini e versando a crudo in ogni piatto ancora un filo di olio evo.
Vale la fatica, è uno dei piatti di pesce più buoni che esistano, a mio parere. La foto non rende giustizia, sob, ma tutti avevano fretta di pappare la zuppa e non siamo stati a perder tempo con "cerca la scodellina giusta ecc." Comunque, buon appetito!

domenica 27 luglio 2008

Pagaro con pomodorini


Nel post di questa sera si parlerà di...Pagaro con pomodorini, ovviamente, ma anche di un premio e ancora di pesce...
Questa ricetta è saporita, appetitosa e, non meno importante, piuttosto leggera. E dunque mi va giusto bene per sponsorizzare il premio ricevuto da Cannelle: grazie!

Premio "Mi hai salvato il girovita"
Regolamento:Il premio"Mi hai salvato il girovita" è assegnato a chi, attraverso un'intuizione, una soffiata, una nonna apparsa in sogno, una relazione con un nutrizionista impazzito, o per semplice botta di culo, si trovasse a pubblicare una ricetta che, mantenendo intatta la goduria del cibarsi, non vada ad incidere sull'incremento dei nostri ex vitini da vespa. (Fine del regolamento)
Invito chiunque passi di qui ad autopremiarsi pubblicando una ricetta light e a passarlo ad altri blog. Ma quasi quasi io passo la palla, anzi la richiesta di ricetta light... a Emilia e a Lisa!

La mia ricetta è dunque quella del pagaro in tegame con pomodorini.


Di estrema facilità da eseguire, come per molte ricette di pesce non è necessario dover ricorrere a preparazioni complicate per avere ottimi piatti. L'importante è che il pesce sia buono e freschissimo.
Sulla freschezza dei miei pagari proprio non si poteva discutere! In questi giorni infatti, trovandomi dai miei genitori al mare, al mattino sono andata a comprare i pesci direttamente da dei piccoli pescherecci che attraccano in porto quasi ogni mattina. Trovo questo fatto fantastico, c'è molta più soddisfazione che ad andare in pescheria! Certo, non si può partire da casa pensando "voglio comprare il tale pesce", poichè si va al porto e si guarda cosa son riusciti a pescare quel giorno e di conseguenza, in base al pesce che hanno, si pensa poi a cosa poter cucinare. Generalmente queste barche hanno pesci di scoglio e quelli che a volte son considerati meno pregiati. - L'altro giorno avevano ad esempio delle bughe (in italiano corretto boghe, ma credo che nessun ligure le chiami così, io ad es. ne ho scoperto il nome esatto solo poco tempo fa!), un pesce che se non è freschissimo non è molto buono. Ma, dato che nella cassetta sulla barca "saltellavano" ancora, non mi son fatta problemi sulla freschezza! Arrivata a casa le ho pulite, poi le abbiamo messe semplicemente a cuocere sulla griglia con un poco di sale fino e le abbiamo gustate solo con un goccio di succo di limone: ottime!-
Chiuso l'inciso bughe - boghe (oggi sono un po' prolissa) e torno ai pagari. (probabilmente chi leggeva perchè interessato a questa ricetta probabilmente si è già stufato ed è ... cliccato via!)


Anche i pagari son stati presi direttamente da un peschereccio. A casa, con somma gioia, li ho sviscerati e squamati (ovviamente in pescheria il pesce viene pulito, sulla barca no). Poi ho messo in un tegame un filo di olio evo, uno spicchio d'aglio, un battuto di prezzemolo e timo fresco e successivamente il pesce. Poi ho sfumato con un goccio di vino bianco, ho aggiunto qualche pomodorino ciliegino diviso in due, regolato di sale e terminato di cuocere. Semplice e delizioso. Buon appetito!

lunedì 21 luglio 2008

Budino di prugne

Ecco iniziata la stagione delle susine "ramassine"! Me ne è stato regalato un cesto enorme e ho iniziato a dilettarmi in preparazioni varie. Più precisamente, all'inizio è stato un diletto, in seguito un lavoro piacevole seppur faticoso e a fine giornata un incubo materializzato in forma di susine! ...e il cesto non è ancora vuoto! Protagonista assoluta della giornata è stata la marmellata, seguendo una preparazione che probabilmente è più o meno la stessa che seguono tutti. Snocciolo e divido in due le susine, le metto in pentola a fuoco basso a cuocere pian pianino. Queste si spappolano fanno del liquido che poi si asciuga. Successivamente tolgo dal fuoco, passo la frutta con il passaverdura e a questo punto aggiungo 800 g di zucchero ogni chilo di purea di frutta. Rimetto sul fuoco, basso, e faccio sobbollire fino a quando la marmellata ha raggiunto la giusta consistenza. Invaso in barattoli precedentemente sterilizzati, chiudo e capovolgo per 10 minuti, poi rigiro i vasetti.

Questa operazione mi ha impegnata a lungo, visto che ho avuto a che fare con parecchi chili di frutta.

Una parte di susine le ho invece pulite con uno strofinaccio inumidito, le ho divise in due e tolto il nocciolo e poi le ho messe in sacchetti per alimenti (circa 500 g per busta), vi ho aggiunto un cucchiaio scarso di zucchero e infine ho messo il tutto nel congelatore.

Le susine congelate potranno poi essere usate per torte, per essere cotte l'inverno con zucchero, vino rosso e cannella, per preparare anche questo semplice budino.


Budino di frutta

Questo budino può essere fatto con le prugne o anche con le pesche, ciliegie o altra frutta. Io ho sempre provato con susine o pesche perchè mi piace usare frutta estiva, morbida e succosa.

La ricetta è tipica piemontese, nella famiglia di mio marito è il dolce tipico per l'estate e lo cuociono semplicemente in una pirofila. Se però si usa un classico stampo da budino, una volta pronto e sformato avrà un aspetto decisamente più importante!


Ingredienti:

500 g di susine

100 g di zucchero

100 g di amaretti secchi

un cucchiaio scarso di cacao amaro in polvere

3 uova

3 cucchiai di pangrattato

burro e altro pangrattato per lo stampo

Pulire le susine con uno strofinaccio umido, dividerle a metà, togliere il nocciolo e metterle in una pentola. Porre la pentola sulla fiamma molto bassa e far cuocere la frutta alcuni minuti. Le susine tenderanno a rilasciare del liquido e a disfarsi un po'. Far sobbollire un poco affinchè la frutta si asciughi un minimo. Togliere dal fuoco. In un recipiente sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungere il cacao, gli amaretti ben sbriciolati e il pangrattato e amalgamare bene. Infine aggiungere anche la frutta e mescolare. Immburrare uno stampo da budino,versarvi del pangrattato e far ruotare in modo che si sparga ovunque. Capovolgere per rimuovere il pangrattato in eccesso. Versare il composto nello stampo e cuocere in forno, preriscaldato a 180°, per circa 60-70 minuti. Una volta cotto far raffreddare e poi conservare in frigo. Buon appetito!

mercoledì 16 luglio 2008

Crumble di albicocche


Recentemente a Londra mio marito ha mangiato un ottimo crumble di mele e mirtilli che io, purtroppo ma saggiamente, mi sono limitata ad assaggiare... era veramente delizioso e mi ha fatto tornare la voglia per questo dolce che non mangiavo da tempo.
...Guarda caso ieri avevo delle albicocche in casa già da alcuni giorni che urgeva consumare e ho pensato di utilizzarle per questa preparazione.
Calerò un pietoso velo sull'abbuffata di crumble ieri sera a cena, abbiamo ammesso entrambi di averne mangiato fino a non poterne più... vergogna vergogna, stasera prenderò la bici e andrò a scontare la punizione!
Questo però vi può servire come garanzia del fatto che il dolce è ottimo e potreste diventare crumble addicted!

Ingredienti:
una ventina di albicocche
2 cucchiai di zucchero demerara
100 g farina
100g mandorle spellate
100 g zucchero demerara
100 g burro
1/2 cucchiaino di cannella
Dividere a metà le albicocche, togliere il nocciolo e adagiarle in una pirofila leggermente imburrata o in alcune pirofiline monoporzione. Cospargere i due cucchiai di zucchero sulle albicocche. In una ciotola mescolare insieme farina, zucchero, cannella e mandorle precedentemente tritate. Unire il burro a tocchetti e lavorare con la punta delle dita fino a ottenere un impasto bricioloso. Coprire le albicocche con uno strato spesso di briciole e infornare in forno già caldo a 180° per circa 20-25 minuti. Ottimo gustato caldo (non bollente!) e a chi mi dice "un dolce da mangiare caldo a luglio?" farò osservare che da me in queste sere fa piuttosto fresco!


martedì 15 luglio 2008

Tartare di carne e verdure


Un piatto fresco, estivo e molto gustoso!
E' naturalmente necessario che la carne sia freschissima, magra e di ottima qualità. Fatevela tagliare a coltello dal macellaio e non tritare perchè perderebbe tantissimo in sapore e consistenza.
Se ne fate piccolissime monoporzioni può essere un antipasto, servito in porzioni più abbondanti invece...

Ingredienti:
300 g di polpa di vitello battuta a coltello
una carota
un piccolo cipollotto
mezzo peperone
mezzo cetriolo
un piccolo pomodoro
una piccola manciata di capperi sotto sale
mezzo limone
sale

Per la vinagrette:
tre cucchiai di olio evo
un cucchiaio di succo di limone
un cucchiaino scarso di senape di Digione
4 o 5 gocce di salsa Worcester
sale e pepe


Mescolare molto bene in una ciotola gli ingredienti per la vinagrette.
Pulire bene le verdure (al pomodoro togliere semi e parti acquose) e tagliarle a dadini molto piccoli, sminuzzare i capperi precedentemente sciacquati e unire il tutto alla vinagrette. Mescolare bene e mettere da parte. In un'altra ciotola amalgamare la carne con una presa di sale e il succo di mezzo limone. Dividere la carne in due mucchietti. Stendere su un piatto da portata uno strato di carne, poi uno strato di verdure e successivamente un altro di carne e sopra di esso le verdure rimaste. Per questa operazione, affinchè la forma sia più precisa e gradevole, si può usare un contenitore della forma preferita, rivestirlo di pellicola trasparente, comporvi gli strati all'interno, poi capovolgere sul piatto da portata e infine rimuovere la pellicola. Servire subito o tenere in frigo fino a che non si porta in tavola. Buon appetito!

giovedì 10 luglio 2008

Ora mi devo disintossicare!

Candy cakes in una vetrina di Soho.


Un piatto di fish and chips accompagnati da una real ale.

English breakfast: eggs, bacon, sausages, baked beans, toast, salted butter, orange juice and a cup of tea... yummy!

Queste non sono mie ricette, of course, ma una piccola carrellata di ciò che ho mangiato lo scorso week end a Londra! Di conseguenza a capire il significato del titolo di questo post ci vuole poco! Nel b&b in cui siamo stati gustavamo di primo mattino una saporita English breakfast, di giorno un tramezzino veloce e la sera cena al pub... So che la cucina inglese ha anche altro, non era certo la prima volta che andavo in Inghilterra, quindi le foto non vogliono essere una critica alla cucina inglese! anzi, dirò la verità... da quanto era che non mi sbafavo così tante patate fritte, tra l'altro ottime! ...e anche un buon fish and chips! Ci siamo tolti una gran voglia di tutto ciò che generalmente ci si sente in colpa a mangiare! Effettivamente alla fine temevamo che i nostri fegati implorassero pietà...ed è per questo che, tornata a casa, mi son data a semplici insalate e poco altro!
Il long week end nel complesso è stato fantastico, un po' meno il tempo... ma in viaggio e con la giusta compagnia tutto diventa piacevole, compreso il "pernottamento" sul pavimento freddo di Stanstead in attesa di un volo di primo mattino!
See you soon!

mercoledì 2 luglio 2008

Crostata alla frutta


Finalmente posso postare una mia nuova ricetta. Nuova per dire, perchè trattasi di torta che è un must della stagione estiva e ognuno avrà la propria ricetta collaudata. Per i miei gusti questa è una delle torte che preferisco in assoluto, anzi direi proprio che è La torta! A volte in giro ne ho assaggiate di potenzialmente buone, come pasta e crema, ma poi avevano sopra frutta sciroppata anzichè fresca ed era un po' una delusione per il mio palato...
Per la pasta uso la mia solita ricetta della frolla, adattando le proporzioni degli ingredienti alla dimensione della teglia. In questo caso avevo una teglia da circa 28 cm e non ho voluto fare la base troppo fine.
Purtroppo nella foto la si vede ancora in teglia, il motivo è che ho dovuto trasportarla e per non rischiare di rovinarla l'ho lasciata nella teglia fino a che non sono arrivata a destinazione.

Ingredienti:
per la base:
300 g farina
150 g burro
150 g zucchero
3 tuorli e un pochino di albume
scorza di limone grattugiata
una punta di lievito


Per la crema pasticcera (deve rimanere ben densa):
1/2 l di latte
la scorza di mezzo limone
4 uova
200 g zucchero
45 g farina

frutti di bosco freschi o altra frutta a piacere


Preparare la pasta frolla, formare una palla, avvolgerla nella pellicola e metterla al fresco.Portare a ebollizione il latte con la scorza del limone, togliere dal fuoco e far intiepidire.In una pentola sbattere uova e zucchero e ottenere un composto schiumoso. Aggiungere gradatamente la farina setacciata. Versarvi lentamente mescolando il latte da cui è stata tolta la scorza. Mettere la pentola sul fuoco a fiamma bassa. Far addensare e quando la crema ha raggiunto la densita voluta fa cuocere ancora un minuto o due e poi togliere dal fuoco. Mentre la crema raffredda, imburrare e infarinare una teglia preferibilmente con il fondo removibile e adagiarvi la pasta. Ricoprire con carta forno e fagioli secchi o pesetti e far cuocere in forno a 190-200° per circa 25 minuti. Una volta sfornata rimuovere fagioli e carta e far raffreddare.Successivamente versarvi la crema, livellarla bene e disporvi la frutta scelta.A volte preparo una gelatina con i preparati in busta e la spennello sopra la frutta per lucidarla, questa volta non l'ho fatto, la frutta era tanto bella che non volevo aggiungere altro! Ho usato fragole, lamponi e mirtilli.
La torta, pur essendo stata presentata al termine di una cena di famiglia in cui si era già mangiato in quantità, è stata spazzolata via in pochi minuti!


C'è chi prepara altri tipi di creme al posto della crema pasticcera classica, chi avesse voglia di farmi sapere le proprie varianti mi fa un piacere, così la prossima volta la sperimento con qualcosa di diverso. Buon appetito!