martedì 9 settembre 2008

Ricordi di viaggio...

Ragazzi... non sarei più tornata, non ancora almeno...
C'è chi dice che più di una o due settimane lontano da casa non resisterebbe...non è il mio caso!
Comunque son tornata da circa dieci giorni e ho spiato il mio blog senza fare nulla. Anche inserire un nuovo post avrebbe voluto dire riprendere la solita vita e quindi ho rimandato... il lavoro no ovviamente, ho ripreso a scuola il primo di settembre.
E in questi dieci giorni a casa mia non ho cucinato niente che sia degno di nota tranne un paio di conserve che inserirò a breve.
Il mio viaggio mi ha portato prima a Stoccolma, che ho eletto città del cuore e dalla quale non me ne sarei più andata, (questa è una foto scattata allo Skansen, l'enorme museo all'aria aperta dove si trovano anche gli animali tipici scandinavi, guardate questi simpatici orsi bruni!)
poi via traghetto in Finlandia lungo una parte di costa (Turku, Naantali, Uusikaupunki, Kristinestad, Kaskinen), per proseguire nella regione dei laghi (Kuopio, Savonlinna, Punkaharju e altre fantastiche località della regione) tra laghi infiniti, pinete sconfinate nelle quali passeggiare e giocare a contare chi vede più funghi, cottage di legno colorati, il tutto immerso in una pace irreale, e poi nella Carelia meridionale per giungere infine a Helsinki. La capitale finlandese merita la visita davvero. Da questa città con un aliscafo abbiamo raggiunto l'Estonia per una visita a Tallinn (la sua città vecchia è davvero suggestiva). Durante il viaggio in aliscafo ho gradito molto chiacchierare con una simpatica coppia di vivaci pensionati finlandesi che mi hanno raccontato fatti interessanti relativi alle vicende della loro nazione e mi hanno aiutato a capire meglio molte cose che avevo letto.

Il cibo: nonostante "qualcuno" abbia detto che i finlandesi non mangiano bene o qualcosa del genere (e per questo gli han dedicato una pizza), noi abbiamo apprezzato le tonnellate di salmone che abbiamo gustato in molteplici occasioni, spesso acquistato cotto sul mercato di qualche cittadina e mangiato subito! E poi aringhe con fantastiche salsette agrodolci e fritture di pesciolini di lago! Oh...

Molto è stato anche cucinato in camper ma qualche cenetta fuori ce la siamo concessa, in particolare vorrei segnalarvi, nel caso passaste di là, eh eh, un delizioso ristorantino in Helsinki, il "Sea Horse". E questo è quanto abbiamo apprezzato: zuppa cremosa di samone (una favola e con una quantità incredibile di pesce) e frittura di aringhe per me e aringhe ripiene per mio marito.Alla fine ero stravolta per la quantità di cibo (porzioni molto abbondanti) ma allo stesso tempo veramente soddisfatta. Il prezzo inferiore ad un ristorantino qualsiasi delle nostre parti ci ha reso la cena ancora più gradita.
Come concludere? Sapevamo già entrambi che il viaggio ci avrebbe soddisfatto in pieno, memori di un viaggio in Norvegia, Lapponia finlandese e attraversamento della Svezia di qualche anno fa, certo, eppure tutto ci ha nuovamente stupito... la natura, la tranquillità, uno stile di vita invidiabile...
Se ci trasferiamo là poi che facciamo? Vabbè, pazienza, torniamo alla nostra vita!

venerdì 8 agosto 2008

Arrivederci a settembre...

Tempo di viaggi finalmente! Avevo già avuto un piccolo assaggio in primavera e poi a inizio luglio ma ora arriva il bello! E quindi niente ricette per un po' ma cibi semplici da poter preparare in pochi minuti sul nostro mini camper o da mangiucchiare in giro tra un'escursione a piedi e una in bici!
Via verso climi più freschi come piace a noi, con la speranza di indossare presto una giacca a vento o un pile! (siamo strani, lo so, di solito uno spera in sole e caldo...)
Ah, la meta! Laghi finlandesi e, spero, un saltino a Tallin. Non ci spingeremo troppo a nord, abbiamo già visitato la Lapponia, stupenda, in un viaggio precedente. Adesso non mi sbilancio sui dettagli, siamo pieni di guide, cartine e voglia di girare, racconterò quanto visto al mio ritorno.
Spero anche di poter mostrare in foto i succulenti salmoni che ci stiamo già pregustando!
Arrivederci a settembre!!!

mercoledì 30 luglio 2008

Pesce finto


Veramente in casa mia questa ricetta viene chiamata pasticcio di tonno, ma pesce finto è una definizione più scenografica, diaciamo da... anni '80? Ma sì, credo che usasse parecchio questo antipasto in quegli anni! E con questo piatto partecipo alla raccolta di ricette "quando erano gli anni '80" indetta da Salsadisapa! Ho scovato un assurdo stampo a forma di pesce molto kitsch, non so quante altre volte potrà tornarmi utile... Ma questo pasticcio di tonno-pesce finto che dir si voglia, è ad oggi un piatto che in famiglia è sempre molto richiesto, l'unica variante è che viene più sobriamente presentato in una ciotola senza tanti fronzoli.
Ingredienti:
300 g di tonno sott'olio
3 patate medie-grandi
una manciata di capperi sotto sale
un uovo e un tuorlo
olio d'oliva
succo di limone
sale
Lessare le patate e poi passarle ancora calde. Frullare il tonno con i capperi dissalati fino a che non si ottiene un composto finissimo. In una ciotola mescolare questo composto insieme alla purea di patate. Regolare di sale (attenti perchè i capperi danno già sapore). Preparare nel bicchiere del frullatore una maionese con l'uovo, il tuorlo, olio d'oliva quanto basta per avere una crema densa, sale e un poco di succo di limone. Aggiungere circa un terzo della maionese al composto precedentemente preparato ed amalgamare bene. Foderare uno stampo a forma di pesce con pellicola trasparente, versarvi il composto e premere bene in modo che aderisca compatto alla forma. Mettere in frigo. Prima di servire capovolgere il "pesce" su un piatto da portata, coprire con maionese e decorarlo a piacimento con capperi, carotine, uova sode...

lunedì 28 luglio 2008

Zuppa di pesce

Continua la saga del pesce comprato dal piccolo peschereccio! L'altro giorno volevo fare la zuppa di pesce come si usa nella mia famiglia, ossia come l'ha sempre preparata mio papà. Stavolta lui avrebbe solo supervisionato il lavoro, mentre io avrei fatto il tutto. E così è stato.

Fase uno: al porto dalle solite due barchette... un'occhiata ai pesci nelle cassette... "ecco dei pesci di scoglio per la mia zuppa, oh! ma che fanno, saltano via?" "Per la zuppa?" dice il pescatore attento al mio bisbiglio, "ho scorfani, gallinelle, prete, tracina..."
Fase due: in auto fino a casa... Ma non potevano già essere morti questi dannati pesci? Mi devono far sentire una torturatrice che mentre io guido loro si dibattono chiusi dentro un sacchetto? Ciaf ciaf! So bene di essere visionaria, ma in quel momento non mi sarei stupita se uno scorfano fosse saltato fuori e mi avesse addentato un braccio per punirmi...

Fase tre: pulitura... oh, oh, risparmio i dettagli... per lo meno molti di questi pesci non hanno bisogno di essere squamati. Un occhio di riguardo alla tracina poi, se pungersi con questo pesce non rientra nelle vostre ebbrezze da provare.

Fase quattro: ...non c'entra niente con la ricetta, sono andata a farmi un bagno al mare per ricaricarmi di energie per la

Fase cinque: In un pentolone grande grande mettere olio extra vergine di oliva, una cipolla a fette, uno spicchio d'aglio, una carota e un gambo di sedano a pezzetti, far soffriggere leggermente qualche minuto poi aggiungere i pesci, incoperchiare e far cuocere delicatamente per circa 15 minuti. Passato questo tempo aggiungere un pomodoro a pezzi, acqua bollente quanto basta a coprire i pesci e due cucchiai di farina precedentemente tostata in un pentolino. Regolare di sale e pepe, incoperchiare e lasciar cuocere lentamente per 45 minuti.

Fase sei: il pesce è cotto, bene il gioco è fatto, qualcuno dirà, e invece il "male" deve ancora arrivare! Togliere dai pesci solo le lische grosse o le spine evidenti e poi, armandosi di santa pazienza e di un robusto passaverdure, passare al setaccio tutto il contenuto del pentolone. Per questo lavoro ho impiegato non meno di un'ora e mezza, perchè non è semplice passare i pesci, nonostante dopo la cottura siano mezzi disfatti.

Fase sette: La zuppa è pronta! Si controlla il sale, volendo si può aggiungere un pizzichino di peperoncino, si scalda e poi si impiatta, accompagnandola con crostini e versando a crudo in ogni piatto ancora un filo di olio evo.
Vale la fatica, è uno dei piatti di pesce più buoni che esistano, a mio parere. La foto non rende giustizia, sob, ma tutti avevano fretta di pappare la zuppa e non siamo stati a perder tempo con "cerca la scodellina giusta ecc." Comunque, buon appetito!

domenica 27 luglio 2008

Pagaro con pomodorini


Nel post di questa sera si parlerà di...Pagaro con pomodorini, ovviamente, ma anche di un premio e ancora di pesce...
Questa ricetta è saporita, appetitosa e, non meno importante, piuttosto leggera. E dunque mi va giusto bene per sponsorizzare il premio ricevuto da Cannelle: grazie!

Premio "Mi hai salvato il girovita"
Regolamento:Il premio"Mi hai salvato il girovita" è assegnato a chi, attraverso un'intuizione, una soffiata, una nonna apparsa in sogno, una relazione con un nutrizionista impazzito, o per semplice botta di culo, si trovasse a pubblicare una ricetta che, mantenendo intatta la goduria del cibarsi, non vada ad incidere sull'incremento dei nostri ex vitini da vespa. (Fine del regolamento)
Invito chiunque passi di qui ad autopremiarsi pubblicando una ricetta light e a passarlo ad altri blog. Ma quasi quasi io passo la palla, anzi la richiesta di ricetta light... a Emilia e a Lisa!

La mia ricetta è dunque quella del pagaro in tegame con pomodorini.


Di estrema facilità da eseguire, come per molte ricette di pesce non è necessario dover ricorrere a preparazioni complicate per avere ottimi piatti. L'importante è che il pesce sia buono e freschissimo.
Sulla freschezza dei miei pagari proprio non si poteva discutere! In questi giorni infatti, trovandomi dai miei genitori al mare, al mattino sono andata a comprare i pesci direttamente da dei piccoli pescherecci che attraccano in porto quasi ogni mattina. Trovo questo fatto fantastico, c'è molta più soddisfazione che ad andare in pescheria! Certo, non si può partire da casa pensando "voglio comprare il tale pesce", poichè si va al porto e si guarda cosa son riusciti a pescare quel giorno e di conseguenza, in base al pesce che hanno, si pensa poi a cosa poter cucinare. Generalmente queste barche hanno pesci di scoglio e quelli che a volte son considerati meno pregiati. - L'altro giorno avevano ad esempio delle bughe (in italiano corretto boghe, ma credo che nessun ligure le chiami così, io ad es. ne ho scoperto il nome esatto solo poco tempo fa!), un pesce che se non è freschissimo non è molto buono. Ma, dato che nella cassetta sulla barca "saltellavano" ancora, non mi son fatta problemi sulla freschezza! Arrivata a casa le ho pulite, poi le abbiamo messe semplicemente a cuocere sulla griglia con un poco di sale fino e le abbiamo gustate solo con un goccio di succo di limone: ottime!-
Chiuso l'inciso bughe - boghe (oggi sono un po' prolissa) e torno ai pagari. (probabilmente chi leggeva perchè interessato a questa ricetta probabilmente si è già stufato ed è ... cliccato via!)


Anche i pagari son stati presi direttamente da un peschereccio. A casa, con somma gioia, li ho sviscerati e squamati (ovviamente in pescheria il pesce viene pulito, sulla barca no). Poi ho messo in un tegame un filo di olio evo, uno spicchio d'aglio, un battuto di prezzemolo e timo fresco e successivamente il pesce. Poi ho sfumato con un goccio di vino bianco, ho aggiunto qualche pomodorino ciliegino diviso in due, regolato di sale e terminato di cuocere. Semplice e delizioso. Buon appetito!

lunedì 21 luglio 2008

Budino di prugne

Ecco iniziata la stagione delle susine "ramassine"! Me ne è stato regalato un cesto enorme e ho iniziato a dilettarmi in preparazioni varie. Più precisamente, all'inizio è stato un diletto, in seguito un lavoro piacevole seppur faticoso e a fine giornata un incubo materializzato in forma di susine! ...e il cesto non è ancora vuoto! Protagonista assoluta della giornata è stata la marmellata, seguendo una preparazione che probabilmente è più o meno la stessa che seguono tutti. Snocciolo e divido in due le susine, le metto in pentola a fuoco basso a cuocere pian pianino. Queste si spappolano fanno del liquido che poi si asciuga. Successivamente tolgo dal fuoco, passo la frutta con il passaverdura e a questo punto aggiungo 800 g di zucchero ogni chilo di purea di frutta. Rimetto sul fuoco, basso, e faccio sobbollire fino a quando la marmellata ha raggiunto la giusta consistenza. Invaso in barattoli precedentemente sterilizzati, chiudo e capovolgo per 10 minuti, poi rigiro i vasetti.

Questa operazione mi ha impegnata a lungo, visto che ho avuto a che fare con parecchi chili di frutta.

Una parte di susine le ho invece pulite con uno strofinaccio inumidito, le ho divise in due e tolto il nocciolo e poi le ho messe in sacchetti per alimenti (circa 500 g per busta), vi ho aggiunto un cucchiaio scarso di zucchero e infine ho messo il tutto nel congelatore.

Le susine congelate potranno poi essere usate per torte, per essere cotte l'inverno con zucchero, vino rosso e cannella, per preparare anche questo semplice budino.


Budino di frutta

Questo budino può essere fatto con le prugne o anche con le pesche, ciliegie o altra frutta. Io ho sempre provato con susine o pesche perchè mi piace usare frutta estiva, morbida e succosa.

La ricetta è tipica piemontese, nella famiglia di mio marito è il dolce tipico per l'estate e lo cuociono semplicemente in una pirofila. Se però si usa un classico stampo da budino, una volta pronto e sformato avrà un aspetto decisamente più importante!


Ingredienti:

500 g di susine

100 g di zucchero

100 g di amaretti secchi

un cucchiaio scarso di cacao amaro in polvere

3 uova

3 cucchiai di pangrattato

burro e altro pangrattato per lo stampo

Pulire le susine con uno strofinaccio umido, dividerle a metà, togliere il nocciolo e metterle in una pentola. Porre la pentola sulla fiamma molto bassa e far cuocere la frutta alcuni minuti. Le susine tenderanno a rilasciare del liquido e a disfarsi un po'. Far sobbollire un poco affinchè la frutta si asciughi un minimo. Togliere dal fuoco. In un recipiente sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungere il cacao, gli amaretti ben sbriciolati e il pangrattato e amalgamare bene. Infine aggiungere anche la frutta e mescolare. Immburrare uno stampo da budino,versarvi del pangrattato e far ruotare in modo che si sparga ovunque. Capovolgere per rimuovere il pangrattato in eccesso. Versare il composto nello stampo e cuocere in forno, preriscaldato a 180°, per circa 60-70 minuti. Una volta cotto far raffreddare e poi conservare in frigo. Buon appetito!

mercoledì 16 luglio 2008

Crumble di albicocche


Recentemente a Londra mio marito ha mangiato un ottimo crumble di mele e mirtilli che io, purtroppo ma saggiamente, mi sono limitata ad assaggiare... era veramente delizioso e mi ha fatto tornare la voglia per questo dolce che non mangiavo da tempo.
...Guarda caso ieri avevo delle albicocche in casa già da alcuni giorni che urgeva consumare e ho pensato di utilizzarle per questa preparazione.
Calerò un pietoso velo sull'abbuffata di crumble ieri sera a cena, abbiamo ammesso entrambi di averne mangiato fino a non poterne più... vergogna vergogna, stasera prenderò la bici e andrò a scontare la punizione!
Questo però vi può servire come garanzia del fatto che il dolce è ottimo e potreste diventare crumble addicted!

Ingredienti:
una ventina di albicocche
2 cucchiai di zucchero demerara
100 g farina
100g mandorle spellate
100 g zucchero demerara
100 g burro
1/2 cucchiaino di cannella
Dividere a metà le albicocche, togliere il nocciolo e adagiarle in una pirofila leggermente imburrata o in alcune pirofiline monoporzione. Cospargere i due cucchiai di zucchero sulle albicocche. In una ciotola mescolare insieme farina, zucchero, cannella e mandorle precedentemente tritate. Unire il burro a tocchetti e lavorare con la punta delle dita fino a ottenere un impasto bricioloso. Coprire le albicocche con uno strato spesso di briciole e infornare in forno già caldo a 180° per circa 20-25 minuti. Ottimo gustato caldo (non bollente!) e a chi mi dice "un dolce da mangiare caldo a luglio?" farò osservare che da me in queste sere fa piuttosto fresco!